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Guida pratica sui materiali per la struttura della toronto

Spesso mi capita di parlare con dottori che, soprattutto se nuovi o consulenti occasionali, non sanno esattamente quali materiali o tecniche vengano utilizzati per la struttura della loro Toronto. Eppure, devono poi giustificare ai pazienti eventuali rotture o problematiche. Ma com’è possibile?

Ma com’è possibile?

Troppa fiducia mal risposta?

Ma sopratutto, come si sceglie in che materiale fare la struttura della protesi toronto?

Esiste un materiale che sia la PANACEA di ogni lavoro?

Io non credo: da anni mi sono specializzato esclusivamente sulle protesi toronto. In un mercato dove, con l’avvento del CAD-CAM e il progresso tecnologico, i materiali si moltiplicano come funghi in autunno, è impensabile che un tecnico odontotecnico possa conoscerli tutti a fondo. Solo concentrandomi su una specifica tipologia di dispositivi posso garantire un livello eccellente di progettazione e offrire al clinico, che si affida a me per i suoi pazienti e i loro futuri sorrisi, un supporto professionale e affidabile.

Il mio punto di vista non vuole essere una critica agli odontotecnici generalisti, che con competenza e dedizione realizzano in proprio tutti i dispositivi necessari ai medici. È piuttosto una riflessione sulla mia personale esperienza: nonostante i miei 12 collaboratori esperti, un laboratorio attivo dal 1965 con una solida storicità, e circa 300 casi clinici trattati ogni anno, ho scelto di specializzarmi esclusivamente nella realizzazione delle toronto bridge.

In un mercato sempre più complesso, credo che questa scelta sia l’unica via per garantire dispositivi eccellenti, adottando un protocollo rigido e super collaudato che possa offrire la massima qualità e sicurezza a chi si affida al nostro lavoro.

Un esempio pratico nella scelta dei materiali

L’altro giorno stavo parlando con un dottore amico, molto bravo e preparato, e stavamo progettando come procedere nelle fasi di realizzazione di una Toronto provvisoria immediata da montare su un paziente trattato con chirurgia guidata sugli zigomatici, in uno studio dove lui lavora come consulente protesico.

Gli ho proposto una protesi toronto con un rinforzo in fibre, costruito con tecnologia 3D e progettato con un logaritmo che calcola gli spessori più idonei nelle singole sezioni, garantendo la non rottura. Mi sono sentito rispondere: “No, no, guarda, facciamo una toronto bridge in acciaio, bella robusta, perché lo studio ha avuto un sacco di problemi e rotture con strutture in fibre fresate monomassa e non vogliono correre rischi!”

Correre rischi?!?

Il primo comandamento, scritto sul muro del laboratorio, recita: “Il lavoro non si deve rompere”, senza se e senza ma! Rifare un lavoro non compensa né ha lo stesso valore di consegnare al paziente un lavoro nuovo: è solo una toppa sopra un buco, come faceva mia nonna con la mia tuta quando mi sbucciavo le ginocchia in cortile.

Ma torniamo a parlare degli aspetti più tecnici.

Come arriviamo a scegliere se realizzare una barra in acciaio, titanio, fibra di vetro, PEEK, acetalico o qualunque altro nuovo materiale fresabile?

La scelta deve garantire passività, resistenza, ingombro, ed estetica, soddisfacendo tutte le richieste espresse dal clinico e dal paziente.

Esiste una sola via: conoscere i numeri, i dati e le caratteristiche che contraddistinguono ogni materiale.

Non può trattarsi di una moda del momento, e certamente non si può ridurre a una prova sperimentale direttamente in bocca al paziente come fosse un crash-test.

CONOSCERE I DATI significa imporre la necessità di ottenerli da chi propone il materiale. Significa confrontare questi dati in modo oggettivo e ingegneristico, senza accontentarsi di depliant o libretti di istruzioni progettati per risolvere dubbi superficiali.

È essenziale creare una propria tabella di riferimento interna, confrontando i materiali su parametri specifici rilevanti per ogni singolo caso. Solo così possiamo rispondere adeguatamente alle domande poste dal clinico in fase di progettazione e stabilizzazione del dispositivo.

“Costruiamo la struttura della protesi toronto solo dopo un’analisi specifica e individuale del caso, sfruttando al massimo le caratteristiche peculiari dei materiali.

La scelta deve garantire passività, resistenza, ingombro, ed estetica, soddisfacendo tutte le richieste espresse dal clinico e dal paziente.

Esiste una sola via: conoscere i numeri, i dati e le caratteristiche che contraddistinguono ogni materiale.

Non può trattarsi di una moda del momento, e certamente non si può ridurre a una prova sperimentale direttamente in bocca al paziente come fosse un crash-test.

CONOSCERE I DATI significa imporre la necessità di ottenerli da chi propone il materiale. Significa confrontare questi dati in modo oggettivo e ingegneristico, senza accontentarsi di depliant o libretti di istruzioni progettati per risolvere dubbi superficiali.

È essenziale creare una propria tabella di riferimento interna, confrontando i materiali su parametri specifici rilevanti per ogni singolo caso. Solo così possiamo rispondere adeguatamente alle domande poste dal clinico in fase di progettazione e stabilizzazione del dispositivo.

“Costruiamo la struttura della protesi toronto solo dopo un’analisi specifica e individuale del caso, sfruttando al massimo le caratteristiche peculiari dei materiali.

Titanio

Il titanio è materiale che utilizziamo per eccellenza nella realizzazione della struttura finale della protesi toronto definitiva è scelto per le sue caratteristiche peculiari, che lo rendono unico:

Lavorabilità: utilizziamo un processo di produzione attraverso la fresatura da monoblocco di titanio grado 5, seguendo un protocollo di passivazione e tastatura a contatto computerizzata. Questo garantisce e certifica la totale passività in fase di serraggio delle viti sugli impianti.

Biocompatibilità: certificata da numerosi articoli scientifici in letteratura. L’omogeneità dei materiali tra impianto e struttura rappresenta un’eccellenza in termini di integrazione biologica.

Conducibilità termica estremamente bassa: questa caratteristica evita la trasmissione di sensazioni termiche al paziente, migliorando il comfort.

Leggerezza: con un peso atomico di 47,86, il titanio offre un carico strutturale che è il 50% più leggero rispetto ai metalli tradizionalmente utilizzati in laboratorio, a parità di volume.

Resistenza: le sue proprietà lo rendono estremamente resistente alle sollecitazioni masticatorie, una qualità fondamentale per garantire la durabilità del dispositivo nei pazienti.

Cromo cobalto

Il materiale che utilizziamo spesso per la realizzazione di carichi immediati con chirurgia guidata si distingue per le sue caratteristiche uniche:

Facilità di lavorazione: essendo un materiale altamente duttile, consente di realizzare strutture tecnicamente affidabili in tempi rapidi e ben definiti, garantendo precisione e qualità.

Leggerezza: grazie a un peso specifico significativamente inferiore rispetto a molte leghe in commercio, riduce il peso complessivo del dispositivo, migliorando il comfort e la maneggevolezza.

Purezza: lavorato con tecnologie in ambienti sotto gas inerti, il materiale preserva tutte le sue proprietà originali, risultando anallergico e completamente privo di nichel, a tutela della sicurezza del paziente.

Fibra di vetro

Il materiale, lavorato con una nuova tecnologia sviluppata da una startup del Politecnico di Milano, presenta numerose caratteristiche interessanti che lo rendono un’ottima soluzione per strutture definitive:

Unicità e individualità: progettato specificamente per ogni paziente, grazie a un algoritmo avanzato che calcola e realizza ogni struttura in modo da garantire una resistenza al 100% contro tutte le possibili sollecitazioni.

Leggerezza: la struttura in fibra è estremamente leggera, offrendo un comfort eccezionale per il paziente.

Estetica: la colorazione chiara della fibra contribuisce a mascherare la struttura interna, soddisfacendo anche i pazienti più esigenti dal punto di vista estetico.

Acetalico

Il materiale che utilizziamo per la realizzazione di carichi provvisori è scelto per la combinazione unica di caratteristiche che, se conosciute e sfruttate a fondo, garantiscono ottime prestazioni:

Resistenza: dotato di elevata resistenza alla rottura, consente di creare strutture con volumi ridotti, mantenendo robustezza e affidabilità.

Igienizzabilità: la natura del materiale lo rende particolarmente resistente all’attacco della placca, risultando un valido alleato per l’igiene orale del paziente.

Da sempre presto grande attenzione alle nuove tecnologie e ai materiali che emergono nel mercato, esplorando spesso anche settori paralleli dell’industria meccanica per ispirazione e innovazione.

Quando si tratta di protesi Toronto Bridge, il mio obiettivo principale è fornire dispositivi protesici fissi che soddisfino pienamente le esigenze funzionali ed estetiche espresse dal paziente e dal clinico.

Non credo nell’utilizzo di un unico materiale universale per tutte le soluzioni protesiche fisse su impianti. Ritengo invece fondamentale comprendere a fondo le proprietà tecniche di ogni materiale, valutandole attentamente e integrandole all’interno di un protocollo rigido e comprovato come il Protocollo Toronto Negri.

Grazie a procedure operative ben definite e testate, questo approccio mi consente di restituire il sorriso con risultati prevedibili e di qualità su misura per ogni paziente.

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