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Il vero costo nascosto delle Toronto Bridge: quanto paghi davvero per la qualità?

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Da anni mi sono appassionato alle lavorazioni complesse sugli impianti dentali, con un focus particolare sulle Toronto Bridge.

Mi chiamo Negri Giulio e ho scelto di specializzarmi in queste lavorazioni per offrire al mio cliente finale, l’odontoiatra, un dispositivo che soddisfi precisi requisiti: facile realizzazione anche per operatori non le eseguono con assiduità, assenza di problemi organizzativi negli appuntamenti in studio (saltati, aggiunti, indefiniti),  e che garantisca tranquillità e chiarezza nei passaggi codificati della protesi da eseguire. Soprattutto, assicuro che il paziente esca soddisfatto con un lavoro realmente concluso.

La chiamata del medico disperato

Quando vengo contattato da un nuovo medico, nel 90% dei casi ha avuto il mio numero da un suo collega e amico soddisfatto che gli ha suggerito di rivolgersi a me. Molto spesso, questo accade dopo che il medico, trovandosi alle prese con un problema su una Toronto Bridge già realizzata, si è confidato con il collega, raccontandogli di avere in studio un paziente insoddisfatto e “incazzato” e di non saper più cosa fare per accontentarlo e soprattutto non vederlo più. A questo punto, il medico che mi chiama al telefono non si preoccupa più del costo per sistemare il paziente, sarebbe disposto a qualsiasi cifra pur di risolvere il problema ed avere la garanzia che il paziente esca soddisfatto con un lavoro realmente finito e soprattutto la certezza di rivederlo solo per i normali controlli 4 mesi più tardi.

La discussione sul prezzo

La discussione sul prezzo nasce di solito dopo la felice e soddisfatta consegna dei denti al primo paziente incazzato. A quel punto, si apre il tema per il prossimo paziente che inizierà il trattamento la settimana successiva, con il medico che desidera evitare di ripetere lo stesso pellegrinaggio (e l’ansia) affrontato con l’ultimo paziente che gli ha tolto tranquillità e fatto passare notti insonni..

Non vendo sicuramente Toronto Bridge o protesi dentarie di primo prezzo. Non potrei farlo (e non lo farò mai), considerando che voglio garantire all’odontoiatra un dispositivo altamente tecnologico e performante. Ma, soprattutto, desidero offrire una soluzione che non porti mai il mio cliente a vivere l’incubo di dover gestire un paziente insoddisfatto.

La vera differenza: improvvisare ogni volta contro omologazione delle fasi lavorative da eseguire.

C’è un aspetto che davvero faccio fatica a comprendere quando affronto il discorso del prezzo con il dottore.

Se le protesi dentarie sono realizzate per il 90% a mano, con aspetti altamente artigianali che rendono ogni dispositivo un prodotto unico e personalizzato per un solo cliente, perché mai il mio cliente odontoiatra tende a paragonarle a quelle che gli consegna il suo tecnico, magari proprio quelle che gli hanno creato problemi?

Purtroppo, o per fortuna, gli odontotecnici non vendono fustini del DIXAN, dove, indipendentemente dal supermercato, il prodotto è sempre lo stesso. Io stesso, in quel caso, sceglierei dove costa meno. Gli odontotecnici, invece, costruiscono dispositivi medici artigianali a partire dalle materie prime, creando soluzioni uniche e personalizzate.

Mi spiego meglio: quando molti anni fa mi approcciavo alla realizzazione di una toronto, occasionalmente improvvisavo, nel senso che mi lasciavo guidare dall’idea del momento (gengive in ceramica, barre con fibre, carbonio o peek, chiavi di passività in resina, materiali estetici appena usciti), per poi trovarmi ad affrontare sempre nuovi e vecchi problemi dovuti ai cambiamenti apportati nel caso in oggetto, ma soprattutto al fatto di non seguire scrupolosamente e rigorosamente sempre le stesse fasi operative.

Poi ho realizzato che, solo specializzandomi, ma soprattutto definendo tutti i passaggi da eseguire in un protocollo rigido, potevo giungere a risolvere e far sparire tutti i miei e i tuoi problemi protesici.
Mi è molto più semplice e chiaro proporre al medico odontoiatra una toronto oggi, perché ho ben focalizzati nella mente sia il risultato che i passaggi da seguire.
Questi passaggi, e soprattutto questo rigore, portano tranquillità a te durante le prove, semplicità di esecuzione e la felicità al tuo paziente di poter tornare a sorridere. 

Ecco perché, durante queste discussioni, mi sembra di assistere a un paragone surreale: come se si volesse mettere a confronto una Dacia (la protesi del suo attuale tecnico) con una Mercedes (la mia protesi).

Lo so che qualcuno penserà: “questo si è montato la testa, addirittura si paragona alla mercedes! in fondo fai sempre una toronto bridge che non sembra così diversa da quella che mi confeziona il mio attuale tecnico.” potrebbe sembrare così, ma sono i particolari che fanno la differenza nel lavoro dell’odontotecnico, dove accorgimenti minuscoli, se non microscopici, possono fare per te, odontoiatra, tantissima differenza.

Il medico ha fatto il suo test “la tua prova in fiducia, risolvendo o meglio sistemando il paziente insoddisfatto che aveva in studio e che non sapeva più come gestire. Una volta superato il problema incombente, e arrivato il momento di decidere o meglio “di acquistare l’auto”, per lui la decisione è già presa: vorrebbe la Mercedes. Vorrebbe un’auto di prima fascia, affidabile e sicura, ma al prezzo di una di utilitaria.

Scusate se mi sono lasciato prendere un po’ la mano con questa metafora, ma la vera domanda è: quanto costa realmente la tua toronto Bridge?

Il costo di un dispositivo medico come la Toronto Bridge è davvero limitato al prezzo che si paga all’odontotecnico? Oppure ci sono altri fattori in gioco?

Un caso reale: la frattura di una Toronto Bridge

Di recente, ho vissuto un episodio significativo presso un cliente del Piemonte con cui collaboro da circa 4 mesi. Quel giorno, tra una chirurgia guidata e l’altra, abbiamo portato a termine ben tre arcate a carico immediato. Durante la giornata il medico mi informa di aver programmato un controllo urgente per un paziente che aveva completato una Toronto Bridge a marzo del 2023 e che ora lamentava una probabile rottura.

Quando il paziente è arrivato in studio, abbiamo verificato il problema: si era fratturato l’ultimo braccio di cantilever nel terzo quadrante, che supportava due elementi in estensione.

So già che qualcuno di voi potrebbe arricciare il naso, osservando la posizione vicina degli impianti e ipotizzando che quattro impianti possano essere insufficienti per supportare una Toronto Bridge. Tuttavia, questi dubbi clinici esulano dalla mia competenza. Come tecnico, mi concentro su un altro aspetto fondamentale: come può una struttura metallica, spero in titanio, fratturarsi in meno di un anno in bocca al paziente?

Non ho alcun interesse a criticare il lavoro di un collega, ma osservando questa realizzazione è evidente un errore progettuale di base. Il buco passante della vite, che rappresenta sempre un potenziale punto di rottura, non è stato gestito correttamente. In quel tratto, la struttura avrebbe dovuto essere opportunamente rinforzata aumentando il volume per evitare il cedimento.

Questo esempio evidenzia quanto sia cruciale considerare ogni dettaglio nella progettazione di un dispositivo medico complesso come una Toronto Bridge. Ma soprattutto, sapete perché, vedendo la struttura, avrei saputo in anticipo che si sarebbe rotta proprio lì? perché è successo anche a me su una delle prime toronto bridge che ho progettato circa 18 anni fa, e da quell’errore ho imparato.

Continuando il racconto, mi avvicino al medico e, senza mezzi termini, gli dico chiaramente che la struttura non è riparabile. Aggiungo che, in quelle condizioni e “su due piedi”, non posso fare praticamente nulla per sistemarla. Il medico, visibilmente agitato, mi guarda con gli occhi sgranati e mi invita a seguirlo in un’altra stanza.

Con una certa urgenza mi dice:

“Senti Giulio, sei sicuro che non si possa riparare? Devi sapere che questa struttura Toronto Bridge l’ho già fatta tre volte e, oltre ad averci rimesso un sacco di soldi, ho fatto veramente una figura di ‘M’ con il paziente.”
A quel punto, non posso fare altro che rispondere con la massima sincerità:

“Se vuoi stare tranquillo, non farmela riparare. Si romperà sicuramente di nuovo. Se vuoi manteniamo questa altezza e l’estetica dei denti ma devo rifare la chiave di passività. Serviranno almeno due o tre appuntamenti.”

In questa situazione, riparare la struttura avrebbe significato soltanto posticipare il problema, esponendo il medico al rischio di nuovi cedimenti e a ulteriori disagi per il paziente. La scelta migliore era ripartire da zero con una soluzione definitiva, che possa garantire ad entrambi di essere soddisfatti e tranquilli per il futuro. infatti una delle mie tre garanzie ti assicura che la struttura metallica viene garantita a vita.

Un caso limite e le difficoltà nella progettazione

Sarà sicuramente un caso limite, e forse si sarebbe potuto valutare di realizzare una protesi con due barrette per ridurre lo stress sugli impianti. Le idee possono essere diverse, ma quello che realmente mi lascia perplesso è questo: perché in queste situazioni un tecnico decide di fare un lavoro che, nel giro di meno di un anno, si rompe?

Partendo dal presupposto che nessun tecnico voglia volontariamente creare un lavoro che si rompa nel primo anno (o negli anni successivi), è chiaro che un cedimento simile comporta conseguenze negative per tutti:

  • Il tecnico deve rifare il lavoro gratuitamente.
  • La sua reputazione si danneggia sia agli occhi del medico sia a quelli del paziente.

Per questo, devo presumere che il problema derivi da una ignoranza tecnica – nel senso più letterale del termine, ovvero “colui che ignora” – e dalla poca abitudine ad affrontare lavorazioni complesse come le Toronto Bridge. In questi casi, l’esperienza, la formazione tecnica e un team dedicato fanno tutta la differenza.

Facciamo quindi il conto di quanto realmente sia costato questo lavoro al dottore:

Siamo così sicuri che il prezzo reale della tua Toronto Bridge sia solo quello che paghi all’odontotecnico?

Nel tuo lavoro ci sono aspetti che vanno ben oltre il semplice costo. Sono impagabili:

  • La soddisfazione di un paziente che torna a sorridere.
  • La certezza di aver mantenuto le promesse fatte.
  • La serenità di dormire tranquillo, sapendo di aver fatto un ottimo lavoro.
  • L’organizzazione efficiente dell’agenda dello studio, senza imprevisti o urgenze.
  • L’evitare appuntamenti in urgenza, che spesso causano stress sia per te che per il paziente.
  • La sicurezza che il lavoro consegnato non presenterà sorprese.

È proprio per questo che, negli ultimi 20 anni, ho lavorato per sviluppare un protocollo operativo, un metodo e un’azienda strutturata che possano intercettare i problemi prima che si presentino. Voglio essere per te, odontoiatra, un aiuto concreto, un supporto reale che ti dia la tranquillità necessaria in ogni lavorazione su impianti, con una particolare attenzione per le Toronto Bridge.

Se anche tu vuoi evitare problemi, ottenere lavori affidabili e garantire ai tuoi pazienti il miglior risultato possibile, sono qui per aiutarti. Non lasciare che il prezzo sia l’unico parametro: investi nella tranquillità e nella soddisfazione di tutto il tuo studio.

Alla prossima,
Giulio Negri

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