Un problema comune nella protesizzazione degli impianti
Alza la mano se non ti è mai capitato di trovarti a protesizzare un impianto e di non avere il rimpianto di non essere riuscito, in fase chirurgica, a posizionarlo al 100% nella posizione ideale e che ti soddisfi appieno!
I motivi possono essere molteplici:
- La decisione di accettare un caso difficile che molti colleghi avrebbero evitato.
- Una mal conformazione dell’osso del paziente.
- Pazienti poco collaborativi durante le fasi chirurgiche.
- Situazioni pregresse che hanno fortemente influenzato la progettazione e la realizzazione implantare.
Occupandomi da oltre 20 anni di protesizzazione per Toronto, attraverso il passaparola, mi sono trovato spesso interpellato da dottori per risolvere singoli casi complessi. In queste situazioni, il normale iter operativo non aveva portato ai risultati sperati, lasciando il medico e il paziente con un senso di frustrazione.
Soluzioni alternative e gestione estetica dei buchi di uscita nelle Toronto
Ricordo con piacere un cliente che mi chiamava circa due volte l’anno per risolvere casi particolarmente complessi. Mi aveva soprannominato “Inventore”, poiché insieme riuscivamo sempre a trovare soluzioni alternative per pazienti con situazioni di partenza a dir poco particolari. Questo approccio creativo ci permetteva di affrontare ogni caso con successo, anche quando le condizioni sembravano sfavorevoli.
Oggi, grazie alla progettazione prechirurgica e alla chirurgia guidata, è sicuramente più facile e attendibile ottenere in fase protesica un’uscita dei buchi delle viti ottimale rispetto al passato. Questi strumenti permettono una pianificazione più precisa, migliorando l’estetica e la funzionalità del risultato finale.
Nonostante le innovazioni tecnologiche, mi capita abitualmente di valutare l’opportunità di spostare o inclinare la fuoriuscita di una vite. Questo è spesso necessario per ottenere un risultato estetico superiore, evitando che la posizione della vite interferisca con le esigenze estetiche del paziente.
Molti pazienti, infatti, sono riluttanti all’idea di vedere un’otturazione sulla parte vestibolare della protesi, e il nostro compito è trovare soluzioni che rispettino le loro aspettative estetiche senza compromettere la funzionalità.
Affrontare casi complessi: quando l’estetica non ammette compromessi
In alcuni casi molto complessi, dove le esigenze estetiche dei pazienti erano particolarmente elevate e non c’era alcuna possibilità di mediazione per lasciare un buco vestibolare, ho dovuto proporre e ideare soluzioni tecnicamente ardite e alternative. Sebbene lasciare un buco vestibolare avrebbe semplificato enormemente l’esecuzione del dispositivo, le richieste dei pazienti mi hanno spinto a trovare approcci innovativi.
Tra le soluzioni che ho ideato in queste situazioni particolari:
- Microbarre incorporate nella Toronto, da rivestire con una sovrastruttura cementata o avvitata nella parte frontale vestibolare del lavoro.
- Perni che supportano un MUA angolato, pensati per consentire l’applicazione di uno strato di gengiva in composito. Questo approccio è stato efficace per mascherare una discrepanza estetica dovuta a una grave recessione gengivale.
- Realizzazione di MUA individualizzati, progettati per adattare il punto di uscita e l’angolazione al paziente. Questo intervento permette di ottimizzare la funzione protesica, garantendo il miglior equilibrio tra estetica, funzionalità e stabilità.
In questi casi, l’innovazione e la personalizzazione diventano elementi imprescindibili per soddisfare le richieste estetiche e funzionali dei pazienti, anche nelle situazioni più sfidanti. Il risultato finale è una protesi che risponde non solo alle esigenze cliniche, ma anche alle aspettative estetiche più alte.
Non è sempre facile, per il dottore, riuscire a mantenere le promesse e soddisfare le aspettative che un paziente si è creato nella sua mente quando ha deciso di intraprendere il suo percorso di cure. Spesso queste aspettative sono alte, e tradurle in realtà richiede esperienza, precisione e soluzioni mirate.
Il mio obiettivo è essere per te un punto di forza e una risorsa affidabile, che ti aiuti in questo compito così complesso. Voglio offrirti un supporto concreto per garantire che i tuoi pazienti tornino a sorridere, soddisfatti del percorso che hanno scelto di affrontare con te.
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